Lo scorso 1° marzo, al galà di premiazione degli Italy Food Awards, la categoria pastifici è salita sul palco con tutta la forza delle sue storie. Alcune radicate in territori incontaminati, altre proiettate verso il futuro. Alcune silenziose e familiari, altre strutturate e internazionali. Tutte, profondamente vere.
Pastificio Graziano (Vincitore categoria Pastifici)
A Manocalzati, in Irpinia, c’è un pastificio che ha fatto della propria identità territoriale un manifesto. Il Pastificio Graziano è come chi lo guida: schietto, determinato, orgoglioso. Parlare con loro significa entrare in una visione chiara: produrre pasta partendo dalla terra, rispettando i ritmi, scegliendo materie prime locali, utilizzando tecnologie d’avanguardia che non cancellano ma valorizzano il sapere antico.
Ciò che colpisce, oltre alla cura e alla trasparenza lungo tutta la filiera, è la coerenza. Il loro grano arriva da Altamura, l’acqua è delle fonti irpine, la tracciabilità è totale, i controlli continui.
E quando assaggi la loro pasta, lo capisci: non si tratta solo di cibo, ma di cultura e coerenza trasformate in sapore.
Azienda Agricola Donna Matilde (Menzione Speciale)
A Forenza, in Basilicata, c’è una donna che cucina identità. Matilde Iungano non produce solo pasta: racconta la Basilicata. Lo fa con le mani, con le parole, con la ricerca gastronomica e con la passione che mette in ogni dettaglio dell’Azienda Agricola Donna Matilde.
Il progetto nasce dal recupero della tradizione contadina, dalla voglia di far viaggiare i sapori di un tempo. Oggi quella pasta è prodotta con il “Metodo Nobile” e con grano coltivato nei campi di famiglia.
Ogni pacco racconta una storia lucana, e ogni storia ha il volto di chi crede che anche la semplicità più pura meriti un palco.
Pastificio Regal (Menzione Speciale)
Là dove la pasta fresca era un gesto domestico, è nata una sfida imprenditoriale: portare quel gesto sulle tavole di tutta Italia. Il Pastificio Regal non si è limitato a produrre, ma ha trasformato in impresa una filosofia: quella del fare bene, come si farebbe per i propri figli.
La forza di Regal sta nel suo equilibrio: tra radici artigianali e visione industriale, tra innovazione e rigore produttivo. In ogni passaggio c’è cura, tecnologia, analisi. Ma soprattutto, c’è cultura del prodotto.
Dinanzi a un piatto di pasta Regal, si sente tutto: il rispetto, la selezione delle materie prime, la scelta di non usare additivi, la voglia di raccontare qualcosa di vero.
Ventigrani (Premio Speciale Ricerca e Innovazione)
Ventigrani è un sogno nato durante il lockdown, ma che affonda le sue radici nella memoria dei nonni contadini. La famiglia Romano ha scelto di investire nella terra, nel futuro e nella sostenibilità.
Con una produzione priva di fertilizzanti chimici, l’uso di energia pulita e imballaggi 100% riciclabili, Ventigrani è molto più di un pastificio: è una dichiarazione d’intenti.
E poi c’è la pasta. Che racconta grano, benessere e un amore profondo per il pianeta.
Cozzolino (Premio Speciale Ricerca e Innovazione)
Innovare non significa solo creare qualcosa di nuovo, ma anche portare la propria esperienza in contesti inaspettati. E la storia di Cozzolino lo dimostra. Nata nel settore elettrico, l’azienda ha saputo trasferire know-how, controllo qualità e organizzazione in un nuovo mondo: quello della pasta.
Risultato? Un pastificio iperconnesso, strutturato, tecnologicamente avanzato. Un ponte tra due mondi costruito con intelligenza imprenditoriale e sguardo lungo.
Granoro (Premio Speciale Export)
Granoro non ha bisogno di presentazioni, ma merita ascolto. Il progetto “Dedicato” è un esempio limpido di come una grande realtà possa restare coerente alla propria missione: valorizzare il grano pugliese e certificare ogni passaggio della filiera.
La pasta Granoro arriva nel mondo, ma non perde mai di vista le sue radici. È un racconto di filiera, fatto di sole, grano e visione.
Antico Pastificio Morelli (Premio Speciale Pastifici Storici Italiani)
A guardare l’Antico Pastificio Morelli sembra che il tempo si sia fermato. Ma è solo un’impressione, perché la loro pasta è frutto di tecniche antiche e precisione moderna.
La famiglia Morelli, da cinque generazioni, fa pasta in Toscana. La loro peculiarità? L’inserimento del germe di grano. Basta assaggiarla per capire che quella pasta ha qualcosa in più: profumo, sapore, memoria.
Dietro quel gesto antico di impastare, oggi c’è un’azienda certificata, moderna, flessibile. Che ha scelto di rimanere fedele a sé.
Pasta di Montagna (Premio Speciale Territorio e Identità)
C’è qualcosa di epico nella pasta di Montagna. Sarà per il nome, per il territorio, per la famiglia. Sarà perché ogni formato sembra raccontare storie di mezzadri e di massaie.
Nelle Marche, la famiglia Montagna ha trasformato l’eredità rurale in un progetto tecnico e poetico insieme. Il grano è coltivato in casa, senza OGM. Le uova arrivano da galline allevate a terra. I mulini sono certificati. E il procedimento riprende quello delle cucine di una volta.
Risultato? Una pasta che sa di grano, di sole e di tempo. Una pasta che ha scelto di restare vera.
Otto aziende, otto visioni. Un’unica certezza: la pasta è ancora oggi il piatto con cui l’Italia racconta la sua verità più profonda.